Il fenomeno del “Bullismo”, si sta diffondendo con sempre più rapidità e frequenza. Dal 2013 ad oggi i casi di bullismo sono aumentati, con effetti devastanti su chi lo subisce che, in genere, è un soggetto “debole” che, nei casi più “gravi”, quando non riesce più a subire l’umiliazione di simili atteggiamenti verso sé stesso, può arrivare anche a togliersi la vita.
Ma che cos’è il “Bullismo”? Perché nasce? Quando si parla realmente di bullismo? Come si manifesta?
Con questo articolo vogliamo approfondire la tematica, analizzando le varie fasi e le cause che spingono un adolescente a diventare “bullo”!
CHE COS’È IL BULLISMO?
Tutti abbiamo un’idea vaga di cosa sia il bullismo, ma, considerando l’importanza sociale dell’argomento, è utile approfondirne cause ed eventuali soluzioni.
Il Bullismo è un comportamento aggressivo, “ripetitivo”, nei confronti di chi non è in grado di difendersi (vittima).
Ciò che lo caratterizza, sono i ruoli ben definiti (il ruolo del “Bullo”, e il ruolo della “Vittima”).
MA QUANDO SI PARLA REALMENTE DI BULLISMO?
Si parla di “bullismo” , quando:
- c’è intenzionalità nel comportamento aggressivo, non si tratta, quindi, di qualcosa di accidentale, ma si tratta di atti di finalità aggressiva;
- c’è “Sistematicità”, non si tratta di un comportamento occasionale, ma è un comportamento che si ripete fino a diventare, persecutorio, nei confronti della vittima;
IN CHE MODO SI MANIFESTA?
Gli atti di bullismo possono manifestarsi sotto forma di comportamenti violenti, sia fisici che psicologici, espressi in maniera diretta (offese, insulti, derisione, pettegolezzi, esclusione, aggressioni fisiche), o in maniera indiretta (i comportamenti non colpiscono direttamente la vittima ma i suoi oggetti, che possono essere nascosti o danneggiati).
VI SIETE MAI CHIESTI PERCHÉ NASCE IL BULLISMO, QUALI SONO LE CAUSE?
Le cause del bullismo possono ricondursi a diversi fattori individuali:
- al temperamento del bullo: il bullo, è un bambino narcisista che cerca di sembrare ciò che non è! cerca di utilizzare queste dinamiche aggressive, per guadagnare potere, ammirazione e popolarità dagli altri.
- al temperamento della vittima: la vittima è un ragazzo più sensibile, più dipendente, che può essere sottomesso da persone più aggressive, che cercano appunto di dominare!
- ai modelli familiari: alcuni stili familiari possono influire negativamente sul ragazzo. Per esempio, stili familiari eccessivamente permissivi, dove il figlio non ha acquisito il senso del limite, favoriscono comportamenti prepotenti e di prevaricazione.
- stili familiari troppo severi, dove si ricorre spesso all’uso di punizioni fisiche, trasmettono al ragazzo il messaggio, “che la violenza è l’unico modo per far rispettare le regole”.
- Stili familiari iperprotettivi, rendono il ragazzo troppo dipendente, da non avere l’autonomia necessaria, per relazionarsi con i suoi coetanei.
- ai Valori trasmessi: attraverso un sistema di valori incentrato sull’arrivismo, l’egocentrismo, l’individualismo si trasmette il valore di arrivare sempre primo rispetto agli altri, o di dominare più che esser dominato.
QUANTO PUÒ DURARE UN ATTO DI BULLISMO?
Non c’è una durata precisa dell’atto, in quanto, non si tratta di episodi sporadici, ma sono episodi che hanno una durata nel tempo, e cessano nel momento in cui, si agisce, denunciando l’accaduto alle figure di riferimento (Insegnanti, Genitori, Polizia, Psicologi).
A cura della
Dott.ssa Elisa Ricchiuti
Psicologa Psicoterapeuta