Un cartellone compilato dai ragazzi sui comportamenti da avere e su quelli da evitare all’interno del Cag. Questa l’attività che, per più di un incontro, ha visto coinvolto operatrici del centro giovanile di Pescolanciano e ragazzi che, dopo essersi messi a cerchio al centro della stanza, hanno contribuito ad arricchire il cartellone con ciò che per loro significa agire nel rispetto dell’altro. Domanda principale quindi è stata: “che cos’è una regola?”. “Ciò che permette di rispettare il volere dell’altro…il mettere confini….sapere cosa non è giusto fare…”. Tante sono state le risposte, ma è stato necessario sintetizzare e dare vita ad un elenco…In sette frasi, dunque, sono state sintetizzate tutte le riflessioni, che prendono in considerazione, in primo luogo, il rapporto con l’altro essendo un luogo principalmente di socializzazione, dove si condividono spazi, oggetti, idee, obiettivi…
In tale contesto avere regole precise, definite chiaramente ed esposte su un grande cartellone bianco, permette di avere punti di riferimento precisi e rappresenta una sorta di “contenimento” che rassicura perché definisce gli ambiti comportamentali entro cui i ragazzi sanno di potersi muovere liberamente, con il rischio minimo di incorrere in errori.
Attenersi a linee comportamentali comuni, infatti, aiuta ad allontanare il rischio di perdersi in atteggiamenti scorretti e caotici che rendono difficile lo svolgimento delle attività costruttive che caratterizzano il centro Totila di Pescolanciano, le cui attività vengono realizzate con il contributo delll’8 x Mille della Chiesa valdese, proprio nel tentativo di garantire un sano processo di crescita dei ragazzi che vi partecipano. Si parte, dunque, dalla condivisione di spazi per raggiungere una condivisione di obiettivi, il tutto attraverso condotte a priori riconosciute come giuste e condivisibili dai ragazzi stessi. Ovviamente, poiché ad ogni azione corrisponde una reazione, per ogni regola non rispettata si attiverà una conseguenza. La prima, la più chiara e condivisibile, prevede l’allontanamento dal Cag stesso, in modo tale che la sua stessa frequentazione garantisce di per sé l’aver imparato ad essere non solo rispettoso dell’altro, ma anche consapevole e responsabile dei propri comportamenti.